giovedì 19 novembre 2015

Shirley - Charlotte Brontë











Shirley
Autrice: Charlotte Brontë
Fazie Editore

Yorkshire, inizio Ottocento. Shirley, giovane donna ricca e caparbia, si trasferisce nel villaggio in cui ha ereditato un vasto terreno, una casa e la comproprietà di una fabbrica. Presto fa amicizia con Caroline, orfana e nullatenente, praticamente il suo opposto. Caroline è innamorata di Robert Moore, imprenditore sommerso dai debiti, spietato con i dipendenti e determinato a ristabilire l’onore e la ricchezza della sua famiglia, minati da anni di cattiva gestione. Pur invaghito a sua volta della dolce Caroline, Robert è conscio di non poterla prendere in moglie: la ragazza è povera, e lui non può permettersi di sposarsi solo per amore. Così, mentre da una parte Caroline cerca di reprimere i suoi sentimenti per Robert – convinta che non sarà mai ricambiata –, dall’altra Shirley e il suo terreno allettano tutti gli scapoli della zona. Ma l’ereditiera prova attrazione per un insospettabile…
Shirley si inserisce nel grande filone del romanzo sociale inglese di inizio Ottocento: i suoi personaggi vivono gli avvenimenti storici dell’epoca – le guerre napoleoniche e le lotte luddiste –, facendo i conti con le contraddizioni del progresso industriale e offrendo spunti di riflessione sul lavoro, sul matrimonio e sulla condizione della donna.
Dopo la riproposta di Villette, continuiamo la pubblicazione dell’opera di Charlotte Brontë con Shirley, capolavoro meno noto. Secondo romanzo dell’autrice dopo Jane Eyre, questo libro ha decretato il definitivo passaggio di Shirley da nome maschile a nome tipicamente femminile.

«Non so se hai mai letto libri in inglese. Se è così, allora posso raccomandarti calorosamente Shirley di Currer Bell, autore di un altro romanzo, Jane Eyre. È bello come i dipinti di Millais o Boughton o Herkomer. L’ho trovato a Princenhage e l’ho letto in tre giorni».
Lettera di Vincent Van Gogh al fratello Theo, 15 agosto 1881

«Leggiamo Charlotte Brontë non per la squisita osservazione del personaggio, non per la commedia, non per una visione filosofica della vita, ma per la poesia. Probabilmente accade con tutti gli scrittori che, come lei, hanno una personalità travolgente… loro devono solo aprire la porta per farsi sentire. In loro c’è una ferocia indomita perennemente in guerra con l’ordine accettato delle cose».
Virginia Woolf


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